Reggio Emilia, 14 marzo 2016 – Trent’anni in volo, ogni giorno, per la sicurezza pubblica e per la protezione dei cittadini e del territorio. È la storia diCamillo Balestrazzi, guastallese, di recente andato in pensione dopo una carriera nella polizia di Stato, alla guida degli elicotteri più tecnologici.
Una carriera conclusa pilotando un elicottero AB 206 del III reparto volo di Bologna.
Balestrazzi, cominciamo dall’inizio…«La passione per il volo è nata in me quando, da bambino, assistevo a Parma, dove sono nato, alle manifestazioni aeree degli anni Sessanta. Non sono entrato nell’Aeronautica militare, ma lo ha fatto per me il mio secondogenito che oggi è pilota militare. Io ho prestato servizio di leva nella brigata paracadutisti Folgore, transitando poi nella polizia stradale: prima a Modena e poi a Guastalla, dove vivo con la mia famiglia.
Poi ha iniziato a volare.
«Grazie al brevetto civile di pilota di ellcottero, conseguito nel 1982, sono entrato nel servizio aereo della polizia di Stato, assegnato al III reparto volo di Bologna. Sono stato ripetutamente aggregato agli undici reparti di volo della polizia dislocati in Italia e operanti anche all’estero, grazie alle mie abilitazioni al pilotaggio di tutti i tipi di elicottero in dotazione ai reparti».
Quali missioni ricorda con maggior piacere?
«Quando ho pilotato l’AB212, elicottero reso famoso dai film di guerra americani e meglio conosciuto come Twin Huey. E poi missioni di ricerca e soccorso con Soccorso alpino o Croce rossa. Ricordo poi il trasporto di équipe mediche, di organi da trapiantare, di pazienti con gravi urgenze verso ospedali ad alta specializzazione».
Qualche esperienza particolare?
«Ho svolto operazioni di controllo delle frontiere dall’arrivo della nave Vlora nel porto di Bari carica di migranti albanesi nell’agosto 1991, agli sbarchi dei migranti e dei profughi africani nell’isola di Lampedusa. Ho partecipato a interventi di soccorso in occasione di calamità: i terremoti dell’Aquila e dell’Emilia, l’alluvione di Alessandria, le piene del fiume Po».
Ha avuto modo di conoscere personaggi importanti, vero?
«Sono stato impiegato per la sicurezza a tre pontefici. E ricordo bene due servizi per Giovanni Paolo II. Inoltre, il servizio di documentazione dei suoi funerali è stato garantito dalle nostre riprese aeree, trasmesse in mondovisione. Ho prestato attività di scorta di sicurezza per le massime cariche istituzionali italiane e straniere. E poi gli eventi al Campovolo di Reggio: i concerti di Luciano Ligabue e degli U2, che trasferimmo noi da Bologna a Reggio in elicottero. Senza dimenticare le Olimpiadi invernali 2006 a Torino, il Giro d’Italia, partite di calcio, la F1, moto GP, l’Expo di Milano...».
Ha partecipato a operazioni per fatti di cronaca nera?
«Certo. Ricerche e ricognizioni per sequestri, rapine, evasioni. Ricordo il rapimento nel 1990 di De Megni, quello di Soffiantini nel 1997 e il caso del piccolo Tommy Onofri nel 2006. E poi operazioni con i Nocs, sommozzatori, artificieri…».
E ora la pensione.
«Ora che il mio servizio per lo Stato si è concluso, posso dire di aver ricavato dalla mia professione innumerevoli soddisfazioni. Ho potuto fare sempre completo affidamento sul lavoro scrupoloso sia degli specialisti addetti al controllo e alla manutenzione dei mezzi, sia dei colleghi piloti in forza a Bologna, diretti dal dottor Zanforlino, comandante del reparto».
Christian Labanti
Soccorso Alpino Emilia Romagna
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